Bonifico a un figlio come donazione: attenzione alle dure implicazioni
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Bonifico a un figlio come donazione: attenzione alle dure implicazioni

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Un ex notaio mette in guardia i genitori: i bonifici ai figli possono essere considerati donazioni e incidere sulla divisione dell’eredità.

Quando un genitore effettua un bonifico al proprio figlio, spesso lo fa con l’intenzione di offrire un aiuto concreto, senza particolari preoccupazioni giuridiche. Tuttavia, come avverte l’ex notaio francese Coralie Daven — il cui appello ha trovato conferma anche tra i notai italiani — questi trasferimenti di denaro possono avere conseguenze inattese dal punto di vista legale. In particolare, potrebbero essere considerati donazioni, e pertanto influire sulla futura successione ereditaria.

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Bonifico e donazione: quale legame?

Il nostro ordinamento prevede che ogni trasferimento patrimoniale senza corrispettivo sia, di fatto, una donazione. Questo vale anche quando si tratta di familiari stretti. Se un genitore invia una somma al figlio senza specificare nella causale la natura del pagamento, si può presumere che si tratti di un regalo. E non è solo una questione formale: al momento della successione, quella somma potrebbe essere imputata alla quota ereditaria del beneficiario, riducendo così ciò che gli spetterebbe. Non solo: se il bonifico dovesse danneggiare i diritti di altri eredi legittimari, questi ultimi potrebbero chiedere addirittura la restituzione della somma ricevuta.

La Corte di Cassazione ha più volte ribadito che in mancanza di una prova contraria, un bonifico tra parenti può essere interpretato come un prestito o, più frequentemente, come una donazione indiretta. Questo vale in particolare se l’importo trasferito è rilevante e non risulta legato a necessità immediate o spese documentate. Il rischio è alto: al momento della successione, chi ha ricevuto tali somme potrebbe trovarsi in una posizione scomoda, obbligato a giustificare l’origine del denaro o a veder ridotta la propria parte di eredità.

Come tutelarsi e tutelare i propri figli

La soluzione più sicura per evitare problemi futuri è agire con trasparenza. Quando si trasferisce denaro a un figlio, è fondamentale specificare chiaramente nella causale del bonifico la motivazione: ad esempio, “rimborso spese universitarie” o “anticipo acquisto immobile”. Se la somma è rilevante, può essere utile accompagnare il bonifico con una scrittura privata che attesti la natura del trasferimento, oppure ricorrere a un atto notarile. In questo modo si evita che l’operazione venga classificata come donazione ai fini della collazione ereditaria.

Il codice civile, infatti, esclude dalla collazione alcune categorie di donazioni, come quelle per il mantenimento, l’educazione, le spese mediche o quelle fatte in occasione di nozze. Tuttavia, per far valere queste eccezioni, è necessario poter dimostrare con precisione la finalità della somma trasferita.

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ultimo aggiornamento: 21 Dicembre 2025 16:22

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